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lunedì 11 marzo 2013

Trilussa. Storia d'amore e di poesia, il film-tv con Michele Placido sul poeta romano


La fiction di Raiuno si addentra nella storia di uno dei poeti romani più famosi, sia per le sue opere che per la sua personalità eccentrica: “Trilussa. Storia d’amore e di poesia”, film-tv in due puntate, andrà in onda questa sera e domani (a meno che il Conclave non riservi sorprese) alle 21:10. Prodotto da Raifiction con Titanus (casa di produzione coinvolta nella vita del poeta), il film-tv è stato scritto da Peter Exacoustos (”Terra ribelle”), Paolo Loglied Alessandro Pondi, per la regia di Lodovico Gasparini.
“Trilussa” non racconta l’intera vita del poeta, all’anagrafe Carlo Alberto Salustri (il nome d’arte è l’anagramma del cognome), interpretato da Michele Placido, ma si concentra su un anno, il 1937, nel quale l’artista, a sessantasette anni, era all’apice del successo. Nonostante questo, Trilussa era sempre al verde e pieno di debiti, anche con il conte Osvaldo Della Rocca (Armando De Razza), padrone della casa nella quale vive con la sua governante di sempre, Rosa (Monica Guerritore).
In occasione di una festa data dal conte alla fine di uno spettacolo teatrale di un’opera di Gabriele D’Annunzio (Alfredo Pea), tra il poeta ed il suo padrone di casa sale la tensione: Trilussa offende Marisa Mars (Angela Antonini), divetta di quei tempi che il protagonista non ritiene essere all’altezza delle capacità che vanta.
Il conte propone allora a Trilussa una sfida: trasformare la giovane Giselda (Valentina Corti) in una diva dello spettacolo in soli tre mesi. Se ce la farà, il conte regalerà a Trilussa la casa in cui vive. Affascinato dalla sfida e costretto dai debiti, il poeta accetta la scommessa e si mette al lavoro, non senza difficoltà, dal momento che la zia di Giselda -che diventerà madre di Goffredo Lombardo, fondatore della Titanus-, Esterina (Silvia Luzzi), non vuole che ragazza diventi famosa.
Alla storia s’intreccia quella di Arturo (Emanuele Bosi), figlio di Mastro Sergio (Giorgio Colangeli), sarto di Trilussa che s’innamora di Giselda. Attraverso le poesie del protagonista, Arturo riesce a conquistare la ragazza, ma questa, quando scopre che i versi sono opera del poeta e non del giovane, s’innamora del primo. Nel frattempo, Arturo, antifascista convinto, si mette nei guai ed attira l’ira dello squadrista Carlacci (Giuseppe Loconsole).
La vicenda si svolge, ovviamente, a Roma, protagonista anch’essa con le numerose location usate per le riprese della fiction. La vita di Trilussa, però, viene raccontata anche attraverso i suoi amici, come Rapiselli (Rodolfo Laganà), compagno di bevute del protagonista.
“Trilussa. Storia d’amore e di poesia” permetterà al pubblico di conoscere meglio uno dei più importanti poeti romani, la cui stima della gente era riuscita anche a permettergli di tenere testa al fascismo. Questo è uno dei motivo che ha portato Placido ad accettare questo ruolo:
“Ho accettato di misurarmi con questo grande artista perché amo la poesia, e perché Trilussa era un autentico anticonformista a differenza di altri come D’Annunzio o Pirandello ad esempio che avevano addirittura la tessera fascista. Lui era al di sopra della politica. Non non è mai stato fascista né antifascista. Nelle sue poesie parla della decadenza della politica, argomento attualissimo. Viveva alla giornata, aveva l’incubo di pagare l’affitto, era sempre pieno di debiti e però, pur non vivendo nel lusso, si godeva la vita tra donne, abiti eleganti e teatro.” (fonte: Ansa)
Ma la fiction si soffermerà anche sul personaggio di Rosa, la governante di Trilussa, su cui poco si sa se non della sua costante fedeltà al poeta. Ad interpretarla, una grande attrice come Monica Guerritore, che ha spiegato così come ha lavorato su questo personaggio:
“Il legame che la unisce a Trilussa è fortissimo. E’ la donna, l’unica, che governa quel mondo e quell’intimità da cui tutti gli altri sono esclusi. Rosa vive per il poeta, lo protegge, lo guida, lo preserva da se stesso, dai debiti e ne condivide le idee. E’ Un amore che è più di un amante, è più di un figlio. Un amore che io non ho mai raccontato e che raramente ho visto sugli schermi. Brutta e analfabeta, spiritosa e ironica, è fortissima a tener testa a tutti, creditori in primis, per salvaguardare la pace di Trilussa. Di lei non ci sono immagini se non quelle in cui viene sfrattata alla morte del poeta. Non aveva titolo. Non era nessuno. La cacciarono da quella casa in cui aveva vissuto tutta la sua vita e di lei nessuno ha saputo più nulla. Fino ad oggi quando una signora, Enrica Schettini Piazza, mi ha contattato e mi raccontato di avere assistito in ospedale, lei giovanissima volontaria, una donna che diceva di chiamarsi Rosa Tomei. Era malata e aveva un’emiparesi. Le chiese: ‘Lei è sola?’. La Tomei rispose, guardando verso il corridoio: ‘No, aspetto lui’. E l’ha aspettato fino alla morte. Per lui aveva imparato a scrivere. Rosa Tomei ha lasciato 33 poesie, ad oggi inedite, pregando la giovane volontaria di trovare un editore per farle pubblicare. Io le ho lette sono bellissime. E sicuramente alcune parlano d’amore. Per Trilussa. Quante coincidenze. C’è una voce che ci sta parlando, cerca di farsi sentire dopo non essere riuscita a farsi sentire in vita. Io spero con la mia interpretazione di avere dato il giusto calore e la giusta dolcezza e forza a Rosa. E cercherò anche di darle voce trovando un editore per le sue poesie”.

Fonte:Tvblog

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