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martedì 7 maggio 2013

Pippo Baudo, Il viaggio torna a giugno. Lui disse: "Se non faccio il 10% mi fermo". Infatti fece il 5%


Il viaggio di Pippo Baudo torna in onda dal 10 giugno in prima serata su Rai3. Al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni il popolare conduttore siciliano ha difeso il programma itinerante giunto alla seconda edizione.

Il successo di questo programma? La qualità. E l’originalità: non ci sono talenti da far sfidare, non c’è pasta da scolare o bambini da far cantare: tutto quello che andrebbe eliminato dalla televisione di servizio pubblico. Non siamo in America, dove c’è abitudine al talento e esistono scuole per formarlo. Penso a Chorus Line e a Fame. Qui ormai i talenti sono belli che esauriti.
Visto che a Baudo polemizzare piace tanto, e lo si capisce da queste dichiarazioni in cui torna a criticare l’abuso di talent nella televisione di oggi, proviamo umilmente a porgli una domanda, ignorando almeno per ora i quantomeno discutibili riferimenti alla “qualità” e soprattutto all’”originalità”: i contratti hanno un senso per lei, dottor Baudo? Gli accordi, tra professionista e azienda, ma soprattutto tra personaggio pubblico e spettatori, devono essere rispettati? In attesa della sua risposta, segnaliamo le dichiarazioni che proprio Pippo rese al quotidiano La Stampa (trovate la versione Pdf) pochi giorni prima della partenza della prima edizione de Il Viaggio:
Il contratto, l’ho proposto io stesso per stimolare me stesso e tranquillizzare i nuovi dirigenti: dovrei andare avanti per 21 puntate, ma se alla decima i risultati non dovessero essere in linea con la media di rete, mi fermo. Avrò bisogno del 10% di share. Non voglio fare il censore, ma il mio esempio andrebbe imitato: è inutile continuare a pagare un conduttore non mandandolo in onda.
Non sono servite 10 puntate. Dopo 4 appuntamenti a settembre 2012, Il Viaggio è finito, o meglio si è interrotto. Colpa della media di share, di poco superiore al 5%, la metà di quanto preventivato. E allora che senso ha riproporre un programma bocciato dalla platea televisiva, peraltro infrangendo un patto contrattuale non soltanto firmato ma anche in qualche modo condiviso col pubblico?
Al Corriere della Sera Baudo aveva anche annunciato:
Se dopo la messa in onda delle prime 10 puntate, il programma non risulterà in linea con la media di rete, la Rai può decidere unilateralmente di chiudere, senza darmi un euro in più! Un contratto innovativo, i dirigenti mi hanno guardato stralunati, non se l’aspettavano.
A Baudo, se vorrà, e a voi lettori i commenti.
Per dovere di cronaca chiudiamo informandovi che nel nuovo ciclo di quattro puntate Baudo farà visita a Milano, dove incontrerà Biagio Antonacci e Ornella Vanoni, nelle Marche, terra di origine delle famiglie di Giovanni Allevi e Neri Marcorè e a Roma, dove si farà guidare daEnrico Brignano e Barbara De Rossi.

Fonte:Tvblog

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