Insomma, per gli amanti delle sfide e delle polemiche, possiamo affermare che Striscia la notizia aveva ragione.
E’ stata infatti rigettata la querela presentata nel 2010 dai notai Luigi e Giovanni Pocaterra per diffamazione contro il tg satirico di Canale 5 che in più occasioni aveva attaccato la Rai (lo ha fatto in maniera meno diretta recentemente) accusandola di commettere brogli all’interno di Affari tuoi, facendo in modo che i premi più ricchi venissero lasciati fino alla fine, per aumentare gli ascolti.
Niente diffamazione, dunque, per il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, che ha chiesto l’archiviazione della querela presentata dallo staff notarile di Affari Tuoi contro il programma Mediaset. Striscia inoltre ha rispettato il principio della continenza anche posto in relazione al “carattere notoriamente satirico della trasmissione”.
Ora sarà gup, il prossimo 26 marzo, a dover decidere se accogliere o meno la richiesta dei pm.
Ricordiamo che la battaglia tra Affari Tuoi e Striscia risale al 2005, quando Bonolis conduceva il gioco dei pacchi. La polemica - secondo alcuni messa in piedi da Ricci per tentare di arginare il calo di ascolti subito per via del successo della concorrenza targata Rai 1 - ebbe strascichi giudiziari: nel 2009 Massimiliano Dona, segretario dell’Unione italiana consumatori, presenta una denuncia ai magistrati di Roma contro Affari tuoi, mettendone in luce alcune anomalie. Viene avviata l’indagine (con concorrenti interrogati e conseguente sopralluogo degli inquirenti negli studi della Rai) che si chiude con l’archiviazione. Restano però dubbi sulla regolarità del programma. Anche perché secondo la procura “il meccanismo di predisposizione dei pacchi era stato modificato” facilitando inevitabilmente i concorrenti. Tuttavia - scrive il pm - “pur essendo stato accertato il predetto meccanismo, non sarebbe stato possibile, comunque, appurare che ciò fosse stato fatto dolosamente”. Insomma, che l’imbroglio ci fosse dubbi non v’erano; tuttavia “dimostrare il dolo non è possibile”. Così nel 2010 il gip accoglie la richiesta di archiviazione ma fa sapere che “la vicenda evidenzia i difetti di un gioco che per garantire vera e certa trasparenza avrebbe dovuto avere ben altre modalità”. Intanto anche la denuncia intentata nei confronti di Dona per il suo libro Affari loro viene smontata perché ha “narrato solo fatti” e ogni espressione utilizzata è stata inserita in un contesto di “sostanziale verità”.
Ricordiamo che la battaglia tra Affari Tuoi e Striscia risale al 2005, quando Bonolis conduceva il gioco dei pacchi. La polemica - secondo alcuni messa in piedi da Ricci per tentare di arginare il calo di ascolti subito per via del successo della concorrenza targata Rai 1 - ebbe strascichi giudiziari: nel 2009 Massimiliano Dona, segretario dell’Unione italiana consumatori, presenta una denuncia ai magistrati di Roma contro Affari tuoi, mettendone in luce alcune anomalie. Viene avviata l’indagine (con concorrenti interrogati e conseguente sopralluogo degli inquirenti negli studi della Rai) che si chiude con l’archiviazione. Restano però dubbi sulla regolarità del programma. Anche perché secondo la procura “il meccanismo di predisposizione dei pacchi era stato modificato” facilitando inevitabilmente i concorrenti. Tuttavia - scrive il pm - “pur essendo stato accertato il predetto meccanismo, non sarebbe stato possibile, comunque, appurare che ciò fosse stato fatto dolosamente”. Insomma, che l’imbroglio ci fosse dubbi non v’erano; tuttavia “dimostrare il dolo non è possibile”. Così nel 2010 il gip accoglie la richiesta di archiviazione ma fa sapere che “la vicenda evidenzia i difetti di un gioco che per garantire vera e certa trasparenza avrebbe dovuto avere ben altre modalità”. Intanto anche la denuncia intentata nei confronti di Dona per il suo libro Affari loro viene smontata perché ha “narrato solo fatti” e ogni espressione utilizzata è stata inserita in un contesto di “sostanziale verità”.
Infine, la querela presentata dai fratelli Pocaterra, dopo che a Luigi fu consegnato il tapiro d’oro (”non ha nessuna rilevanza penale”). La Rai non ha commentato la vicenda, ma ha rivendicato trasparenza che caratterizza oggi Affari Tuoi:
Oggi la trasmissione adotta regole trasparenti e ogni passaggio è blindato a livello di sicurezza.
Fonte:Tvblog
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