Luca Zingaretti torna in tv con un film-tv che lo riporta al Sud, senza però temere il confronto con “Il Commissario Montalbano”: la miniserie “Il giudice meschino”, in onda lunedì e martedìsu Raiuno e tratto dall’omonimo libro di Mimmo Gangemi, racconta una storia ed un personaggio diversi dal mondo rappresentato da Andrea Camilleri.
Zingaretti, nel film-tv prodotto da Rai Fiction e da Italian International Film e diretta da Carlo Carlei, sarà Alberto Lenzi, giudice che nel corso degli anni ha messo da parte l’interesse per il suo lavoro lasciandosi andare alla pigrizia, e preferendo le donne alla giustizia. L’omicidio dell’amico giudiceGiorgio Maremmi (Gioele Dix) lo porterà a riconsiderare il suo lavoro ed ad indagare per scoprire la verità, che avrà a che fare con lo smaltimento di scorie radioattive nel sud Italia.
L’attore ha accettato di interpretare il protagonista dopo aver letto il romanzo ed aver capito che Lenzi è molto diverso da Montalbano, come dice a “La Gazzetta del Sud”:
“Da un lato, in Montalbano, c’è un mondo frutto dell’immaginazione, con un personaggio sempre ‘over’, una maschera, un Arlecchino, è sempre sopra, un personaggio della commedia dell’arte; dall’altro, nel Giudice meschino, c’è un personaggio reale, l’urgenza di doversi calare psicologicamente in un universo che prima passava come leggenda metropolitana ed ora fa i conti con i fatti veri, dalla nave dei veleni all’ultimo ritrovamento a Brescia di rifiuti tossici, un problema che quindi non è solo del Sud”.
“Il giudice meschino” cerca di essere più vicino all’attualità, raccontando una figura come quella del giudice, che in Italia è alle prese con molte difficoltà, spiega Zingaretti:
“La figura del giudice in Italia è un’istituzione della Repubblica messa sotto attacco da critiche feroci. In nessun’altra democrazia ci sono tanti giudici caduti sul campo nell’esercizio delle proprie funzioni come nel nostro Paese. E’ un’istituzione della Repubblica tirata per la giacchetta da Tangentopoli in poi”.
“E’ una storia di riscatto e di rinascita di un antieroe”, ha spiegato Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction, “di un servitore ignavo dello Stato che fa un percorso personale di riscoperta”. Lenzi, che inizialmente ha anche un difficile rapporto con il figlio, nel corso del film-tv capirà di poter essere migliore di quello che è, e si darà da fare per cambiare sia sul lavoro che nella vita privata.
Nel cast, Andrea Tidona sarà il pubblico ministero Giacomo Fiesole, mentre Paolo Brigugliasarà Michele Brighi e Maurizio Michetti sarà don Mico Rota, che dalla prigione consiglierà il protagonista nelle indagini. Oltre a loro, ci sarà anche Luisa Ranieri, moglie di Zingaretti nella vita reale, che torna a lavorare con lui dopo il film-tv “Cefalonia”. La Ranieri sarà il marescialloMarina Rossi, che instaura una relazione con Lenzi e sarà coinvolta nelle indagini. “Lei non stima Alberto”, ha detto l’attrice ad “Il quotidiano della Calabria”, “non capisce perchè si comporta in modo così indolente nella vita e nel lavoro”.
Il regista Carlei spiega il messaggio che la fiction vuole dare:
“Il racconto della redenzione del giudice Lenzi che si sottrae alla ‘meschinità’ di chi si è arreso, avendo perso fiducia nel proprio ruolo, e poi invece rialza la testa trovando il coraggio di fare il proprio dovere, vuole essere una parabola per tutti quelli che sono stanchi di subire passivamente ingiustizia e corruzione, malaffare e criminalità”.
Infine, il regista si dice soddisfatto di aver potuto girare la fiction in Italia:
“Per fortuna non sono stato costretto per motivi di co-produzioni e di risparmio sui costi a dirigere attori bulgari, ma ho potuto dare una bella possibilità al formidabile serbatoio di talento degli attori italiani, che è tra i migliori al mondo. In più ho potuto girare nei veri luoghi in cui si svolgono le vicende raccontate, a Reggio Calabria, e non a Sofia”.
“Il giudice meschino”, insomma, punta a portare in tv un racconto attuale con una storia che possa unire la bravura del cast alla forza del racconto.
Fonte:Tvblog
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