E’ stato il maestro di milioni di italiani, che hanno imparato a leggere ed a scrivere grazie alle sue lezioni ed alla sua semplicità: il maestro Alberto Manzi è protagonista di “Non è mai troppo tardi”, film-tv in onda questa sera e domani alle 21:10 su Raiuno.
Prodotta da Rai Fiction e da Bibi Film Tv, a scrivere il soggetto sono stati Claudio Fava e Monica Zapelli, che hanno scritto anche la sceneggiatura con Giacomo Campiotti, quest’ultimo anche regista. La storia si divide in due parti: la prima racconta la vita di Manzi (interpretato da Claudio Santamaria) dopo la guerra. Nel 1946 cerca lavoro come insegnante, ma i posti sono pochi.
Trova così lavoro nel carcere minorile di Roma “Aristide Gabelli”. Manzi deve insegnare a novanta ragazzi di età compresa tra i nove ed i diciassette anni, molti dei quali sono scontrosi e si oppongono all’idea di far parte di una classe. Il protagonista, andando contro le regole imposte dal direttore del carcere, riesce a portare ai ragazzi quaderni e penne ed inizia ad insegnare guadagnandosi la fiducia degli studenti, tant’è che li convince a pubblicare il primo giornalino stampato in un carcere italiano. Dopo lo scetticismo iniziale, anche il direttore si convince dei metodi dell’insegnante, e concende una gita ad Ostia alla classe. L’esperienza di Manzi nel carcere minorile si conclude quando riceve una proposta dal professore Volpicelli (Marco Messeri) per lavorare alla facoltà di pedagogia.
Il film-tv poi si sposta al 1960: Manzi, sposato con Ida (Nicole Grimaudo), ha lasciato l’incarico universitario ed è tornato ad insegnare in una scuola “comune”, dove le difficoltà sono molte. Si rifiuta di dare voti agli studenti, usando solo come giudizio “fa quel che può, quel che non può non fa”, insegna in terrazza e non utilizza libri di testo. Il suo modo di insegnare non piace alla direttrice dell’istituto che, nel fratemmpo, ha ricevuto (così come nelle altre scuole del Paese) la richiesta da parte della Rai di mandare nomi di possibili insegnanti che possano far parte di una trasmissione televisiva.
La donna fa il nome di Manzi ma il maestro, che crede che si tratti di un modo per liberarsi di lui, inizialmente è riluttante. Dopo un provino nel quale getta via il copione ed improvvisa una lezione, viene scelto: sarà il maestro di “Non è mai troppo tardi”, programma tv che ha fatto la storia della Rai e che ha permesso, dal 1960 al 1968, di istruire milioni di italiani.
Il film-tv (che nel cast ha anche Gennaro Mirto, Francesco Marchioro, Andrea Tidona, Roberto Citran, Emanuela Grimalda, Lucia Mascino, Alberto Molinari, Lele Vannoli, Giorgio Colangeli ed Edoardo Pesce) vuole così rendere omaggio ad uno dei protagonisti del servizio pubblico nei suoi primi anni. Il servizio pubblico, in quegli anni, è riuscito a diffondere l’uso della lingua italiana amplificando l’importanza del mezzo televisivo ancora noto a pochi.
La fiction, così, ricorda uno dei successi della Rai, venduto in 72 Paesi, ed anche il comportamento rivoluzionario di Manzi, insegnante che credeva nella scuola ma anche nella necessità di spingere gli alunni a credere nelle proprie capacità. L’aver prodotto questo film-tv serve alla Rai a ricordare l’importanza della diffusione della conoscenza a tutti, come ha detto durante la conferenza stampa il produttore Angelo Barbagallo:
“Il fatto che la Rai abbia deciso di produrre la fiction la richiama ad un obiettivo: tornare ad essere l’industria culturale più importante del Paese. Il regista ha scelto un approccio popolare ma alto.”
“Non è mai troppo tardi”, quindi, guarda al passato della tv ma anche al presente, cercando di spiegare come sia ancora possibile realizzare prodotti che possano arrivare a tutti.
Fonte:Tvblog
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