Svanito (sul nascere) il fantasma di Salvo Sottile, la nuova stagione di Quarto Grado non sembra aver ancora ingranato la marcia giusta per ricalcare i fasti di un passato recentissimo.
Tutto appare assai privo di ritmo e contornato da un velo malinconico che alza un muro con la platea a casa: storie slegate (unite dal comune filo conduttore del femminicidio), affiatamento tra conduttori, ospiti e giornalisti da collaudare, gestione degli interventi in studio da perfezionare assolutamente (il rigido rispetto della scaletta e i break pubblicitari son stati il vero tallone d’Achille del nuovo padrone di casa).
Sicuramente apprezzabile lo sforzo di Gianluigi Nuzzi di non far rimpiangere il proprio predecessore puntando sull’inchiesta pura, mettendo pienamente a frutto gli anni da giornalista d’assalto ed approfondendo in punta di piedi i casi della puntata di debutto senza stravolgere l’impianto originario della trasmissione. Il fardello della diretta ha amplificato le proprie emozioni per un esordio dalle tonalità più disparate. E’ riuscito, inoltre, nella non facile impresa di “umanizzare” l’intervista faccia a faccia con Vittoria Rea e Nella Russo, rispettivamente mamma di Melania e sorella di Antonella, vittime (in maniera differente) del troppo del proprio uomo. C’è da correggere leggermente il tiro, è fuori discussione ma adattarsi ai repentini cambiamenti richiede tempo! La versione 2.0 del programma, ancora allo stato embrionale, riserverà nuove agoniate sorprese?!
Fonte:Tvblog

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