Come avrete ormai capito dalla ‘mole’ di post dedicati, Maria De Filippi è stata ospite della puntata di Tv Talk di sabato 8 marzo 2014, rispondendo alla domanda di TvBlog e a tutte le curiosità possibili sui suoi programmi. Ed essendo ogni sua ospitata praticamente un evento, è inevitabile che venga passata al setaccio ogni sua parola, dichiarazione, battuta, anche i suoi non detti.
Dopo aver passato in rassegna praticamente tutta la sua tv, l’attenzione di Bernardini e degli ospiti in studio - Freccero e Simonelli - si è spostata sul ritorno del Grande Fratello, giunto alla sua 13a edizione, inauguratasi lunedì 3 marzo.
Una clip introduce la prima puntata, apertasi sul coro de La Grande Bellezza che accompagnava le immagini del rogo del set - in una sorta di ironico contrappasso -, e scatta subitaneo il commento.
Se per Freccero il Grande Fratello
“non è più contemporaneo, se non per un pubblico tamarro”
Maria De Filippi, pur ammettendo di non aver visto la prima puntata, si dimostra più ‘possibilista’ e non solo per spirito aziendalista, da conoscitrice delle dinamiche del racconto tv:
“Io non credo che andrà male: per ora è solo un kick-off, non si può vedere molto da lì. Il cast poi lo puoi correggere e molto dipende dalle dinamiche che uno crea. Se crei dinamiche contemporanee…”
diventa contemporaneo anche l’ultimo baluardo del reality in un mondo ormai dominato dal talent. Per la De Filippi, inoltre, non è utile fare paragoni con l’edizione di due anni fa. Per i risultati di quell’annata individua responsabili estranei al programma e al cast.
“Mi spiace dirlo, per quanto io voglia bene all’azienda, ma la volta scorsa l’errore lo fece proprio Mediaset: chiedere di fare 25 puntate… tu puoi avere tutti gli autori del mondo, ma reggere 25 puntate….”.
Già, reggere 25 puntate è sovrumano, ma anche pretendere di far vedere la stessa cosa per 13 anni. In un certo qual senso, però, la De Filippi finisce con l’azzerare le possibilità di alibi per questo GF13. Se quest’anno le dinamiche saranno vecchie e stantie e se mai ci si dovesse trovare di fronte a un calo d’ascolti non ci sarebbero più attenuanti da chiamare in causa.
Fonte:Tvblog
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