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giovedì 21 febbraio 2013

La 7 a Cairo, Santoro: "Non è favore a Berlusconi". Lerner: "Non gli conviene stravolgerci"


Dopo quelli di Enrico Mentana, mancavano all’appello ed oggi sono arrivati. Facciamo riferimenti ai commenti di Michele Santoro e di Gad Lerner alla notizia della possibile vendita di La7 a Urbano Communication. Il conduttore di Servizio Pubblico ha parlato in merito per la prima volta all’Ansa ed è apparso più tranquillo e più saggio di quanto si potesse immaginare
Io starei a dati oggettivi e i dati oggettivi ci dicono che c’è uno sganciamento de La7 da Telecom. Ovviamente questo provoca preoccupazione da parte dei 500 dipendenti dell’azienda. Ma allo stesso tempo crea una speranza di costruire una tv che non è più vincolata agli interessi di un grande gruppo con un core business differente dalla televisione. La figura di Cairo è quella di un editore che vive facendo l’editore. Quello che mi auguro è che sappia trovare le necessarie collaborazioni sia professionali che imprenditoriali per realizzare un progetto veramente autonomo
Naturalmente, come vi abbiamo raccontato, il timore che da molte parti si leva, appresa la notizia dell’ok dato dal cda di Telecom alla trattativa esclusiva con Cairo, è legato a questioni politiche: l’imprenditore trasformerà La7 in una televisione molto vicina aMediaset, per via della sua vecchia collaborazione con Silvio Berlusconi? Timore, questo, acutizzato anche dalla vicinanza temporale con il voto. Santoro a tal proposito:
È un’analisi sbagliata. In questo momento Mediaset ha a sua volta molti problemi nell’affrontare il futuro. Quelli de La7 potrebbero nascere solo dalla debolezza delle forze che si dedicano al suo sviluppo. È chiaro che se le risorse non sono quelle sufficienti a far decollare il progetto… In quel caso, sappiamo bene che in Italia il mercato è dominato da grandi concentrazioni. Abbiamo un oligopolio. La7 oggi contraddice l’oligopolio
Meno deciso è parso Gad Lerner che, interpellato da l’Unità, ha detto:
Io i rischi li vedo sempre, se sarà il caso li denunceremo o ci staccheremo. Cairo sarebbe autolesionista se cambiasse la natura editoriale de La7, ma non mi pare intenzionato a farlo. Del resto ha avuto un vero percorso di concorrenza con Berlusconi, non bisogna liquidarlo inchiodandolo al suo passato. Sarebbe come dire che Santoro è complice di Berlusconi perché ha lavorato a Mediaset, o Mentana perché ha diretto il Tg5.
Lerner, da tempo contrario alla vendita di La7 perché le sue perdite, “se sono di 100 milioni l’anno, sono una briciola nei circa 30 miliardi di debito Telecom”,(per lui “avrebbe potuto trarre grande giovamento dalla tv se avesse avuto più coraggio e meno condizionamenti dalla politica”), ha rinfacciato a Telecom in passato un “eccesso di cautela politica” anche per i contrasti subiti “nell’epoca dei governi Berlusconi”:
È stata un’occasione persa. Ora capisco la sofferenza degli azionisti che hanno dovuto svalutare la loro quotazione di investimento in Telecom, ma non mi fascio la testa.
Per quanto concerne le scelte prettamente editoriali, il giornalista al timone di Zeta ha spiegato:
Non credo sia così sprovveduto da trasformare La7 in un rotocalco di gossip, in un suo DiPiù (…) A Cairo non conviene stravolgerci, anche perché coincide l’editore e il concessionario della pubblicità, quindi gli introiti degli spot restano dentro.
Lerner intravede un suo possibile allontanamento dalla rete, come ipotizzato da Italia Oggi?

Fonte:Tvblog

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